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Tag: Paghiamoci
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«Paghiamoci velocizza incassi e pagamenti e spinge a fare rete»
I punti di forza della piattaforma secondo Gemiliano Piga, direttore generale di Fitochimica Sarda, azienda che da anni è punto di riferimento per le imprese agricole sarde. Un’azienda al passo coi tempi che ha piantato radici solide nel territorio diventato la linfa vitale del suo sviluppo costante. Nel caso specifico, poi, la metafora della semina e della crescita sono quantomai azzeccate. Fitochimica Sarda, con base a Sestu, dal 1989 è il punto di riferimento per chi lavora nel comparto agricolo. Realtà in continua evoluzione, sempre molto attenta a cogliere i cambiamenti: «Siamo presenti sul mercato dal 1989 – racconta il direttore generale Gemiliano Piga, seconda generazione al timone dell’attività assieme al cugino Simone – e abbiamo ampliato l’attività nata dall’intuito dei nostri genitori e zii che aveva un punto vendita a Sestu. Successivamente ci siamo spostati nella zona artigianale dove abbiamo un capannone di mille metri quadri cui se n’è aggiunto un altro della stessa grandezza a Samassi. Siamo al servizio delle imprese agricole di mezza Sardegna e contiamo 21 dipendenti». La passione per l’innovazione è alla base di tutto, il terreno fertile che ha permesso l’incontro con “Paghiamoci”: «Ne sono venuto a conoscenza grazie a un amico. L’aspetto che mi ha maggiormente colpito è la capacità della piattaforma di velocizzare incassi e pagamenti e, allo stesso tempo, di favorire dinamiche di rete tra i partecipanti. Per noi l’aspetto degli incassi – sottolinea Piga – è cruciale. Accelerarlo fa la differenza tra risparmiare o meno un sacco di soldi in prestiti da chiedere alle banche. Se incassi prima le fatture hai una serenità finanziaria che ti permette di consolidarti e di svilupparti e anche di gestire con maggiore serenità i rapporti commerciali». E proprio l’aspetto della tranquillità e dell’equilibrio nella gestione economico-finanziaria è tra le priorità per Fitochimica e, in generale, per chi lavora con il mondo agricolo: «Il mercato in cui operiamo è molto cambiato negli anni e “Paghiamoci” è strumento moderno che ci aiuta a stare al passo coi tempi e con una clientela diversa rispetto al passato. Oggi le aziende agricole sono più grandi: una media di 15 ettari mentre 20 anni fa erano un decimo in termini di estensione, circa 2 ettari. Sono ovviamente realtà più strutturate che devono essere tali per competere in un contesto sempre più complicato. A capo non vi sono semplici agricoltori ma veri imprenditori che devono avere molteplici competenze». Scenario che comporta un approccio necessariamente innovativo anche per Fitochimica: «Abbiamo meno clienti ma molto più grandi rispetto a 20 anni fa, ciò significa che anche il rischio per noi è molto più elevato perché se uno va male significa perdite ragguardevoli pure per la nostra attività. In più chi fa agricoltura oggi deve far fronte anche ai cambiamenti climatici e ai prezzi del lavoro che non sono giustamente remunerati, aspetti che complicano ulteriormente le cose. “Paghiamoci” con il suo approccio innovativo al tema dei debiti e dei crediti e gli strumenti che mette a disposizione permette di essere più efficaci ed efficienti semplificando l’attività quotidiana e dando slancio alle strategie di consolidamento».
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«Paghiamoci è poco appariscente ma essenziale»
Musicista, compositore e sound designer, Emanuele Contis è artista poliedrico che di recente si è cimentato nell’attività imprenditoriale. Una dimensione nuova che gli ha permesso di scoprire e cogliere l’importanza della piattaforma. Tre le funzioni che apprezza maggiormente: workflow, wallet e Network Finance. Vi raccontiamo la sua esperienza. «Paghiamoci è un orchestratore, poco appariscente ma essenziale». Musicista, compositore e sound designer, Emanuele Contis è il genere di artista che ti sorprende. Non solo per il suo indiscutibile talento, certificato da importanti collaborazioni che spaziano da Paolo Fresu a Max Gazzè, passando per Niccolò Fabi e Daniele Silvestri giusto per citarne alcuni, ma per la sua anima profondamente poliedrica. In lui infatti convivono serenamente, sostenendosi a vicenda, due sensibilità solo apparentemente inconciliabili: una artistica e l’altra tecnica, acquisita nel corso degli studi universitari a Cagliari e culminata con la laurea in Ingegneria Civile col massimo dei voti. Chiuso questo capitolo, Emanuele si è dedicato con pari profitto al perfezionamento del percorso artistico con l’ammissione e la frequenza al prestigioso Berklee College of Music e alla conseguente attività di musicista e di compositore cui si somma, attualmente, quella imprenditoriale con la creazione di “Sound Between”. La startup ha l’ambizione di mettere in relazione con un tool tecnologico i workflow di videomaker e audiomaker per farli lavorare al meglio e in costante armonia. In questo mosaico di continue novità e impegni conseguenti si inserisce alla perfezione il ruolo di “Paghiamoci”. «Conosco la piattaforma sin dagli inizi – racconta – perché sono molto amico di Carlo Mancosu tra gli ideatori. Faccio una valutazione del prodotto non in base a questo legame ma sull’esperienza. Apprezzo moltissimi aspetti del tool ma ne cito tre in particolare: workflow, wallet e Network Finance. La prima funzione ti consente di creare flussi di lavoro personalizzati e automatici per clienti e fornitori, così da gestire solleciti e monitorare il flusso delle fatture costantemente e guadagnando in efficienza e tempestività. Il wallet è il borsellino elettronico che ti permette di incassare dai tuoi clienti e pagare i tuoi fornitori in modo molto semplice e immediato sfruttando la Network Finance. Quest’ultima invece è la parte a mio giudizio rivoluzionaria perché è basata su un approccio innovativo ai rapporti debito/credito che sono visti nell’ottica di rete e non come semplice relazione binaria. Le fatture non pagate sono immesse nel network con possibilità di saldare debiti e crediti in minor tempo e coinvolgendo un maggior numero di aziende». Non solo un approccio inedito ma anche una notevole semplicità d’uso: «Paghiamoci ha un’altra qualità evidente e spesso sottovalutata: è facile da usare e si integra alla perfezione con altri gestionali in uso. Tale immediatezza l’ho riscontrata non solo io. Infatti nella mia startup Sound Between la parte amministrativa è affidata a una persona che non ha esperienza pregressa e si sta formando. Ebbene, per lui Paghiamoci è strumento di grande aiuto dato che è facile da comprendere e da adottare nel quotidiano. In sintesi è come un amico discreto che ti sostiene in ogni momento».
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Bflows al “Supply Chain Maturity”
Nel corso del workshop che si è tenuto a Milano di recente, organizzato dall’Osservatorio Supply Chain Finance, sono state illustrate le novità più rilevanti per il settore alla luce del rapporto “Piattaforme digitali e commercio B2B” svolto da Allianz Trade. Tra queste la costruzione di un modello di riferimento sia per le imprese che utilizzano soluzioni di SCF, sia per quelle che le offrono. «La giornata è stata importante perché, da un lato, ha sancito il primo passo verso la costruzione di un modello di riferimento per le imprese che realizzano soluzioni di Supply Chain Finance e, dall’altro, ha posto le basi per una maggiore consapevolezza degli utilizzatori circa il ventaglio di soluzioni presenti sul mercato». È il commento di Roberto Spano, presidente di Bflows, a margine del workshop “Supply Chain Maturity” che si è tenuto nei giorni scorsi a Milano nella sala Consiglio di via Lambruschini. Si è trattato del primo focus verticale sui temi di ricerca dell’edizione 2024/2025 dell’Osservatorio Supply Chain Finance creato dalla School of Management del Politecnico di Milano. Bflows, la fintech che ha realizzato “Paghiamoci” la soluzione basata sulla network finance approccio innovativo nell’ambito della SCF, è tra gli sponsor dell’iniziativa e più in generale tra le aziende attivamente coinvolte nell’attività dell’organismo. Un’occasione sia per fare il punto sulla situazione della SCF in Italia, sia per riflettere sul livello di maturità delle aziende in questo ambito e condividere inoltre le più recenti novità in ambito legislativo. Il tutto all’interno della missione dell’Osservatorio: stimolare e condividere la conoscenza delle soluzioni di Supply Chain Finance soprattutto per ciò che attiene le opportunità di ottimizzazione del capitale circolante e di accesso al credito. A fungere da stimolo, la presentazione del rapporto di ricerca “Piattaforme digitali e commercio B2B. Impatti e tendenze nel mercato italiano” svolto da Allianz Trade. «Dallo studio – sottolinea Spano – emerge che l’interazione con i clienti avviene in modo tradizionale e che l’uso di una piattaforma digitale per la gestione delle relazioni commerciali benché in ascesa è ancora poco diffuso. Le informazioni desumibili sono estremamente preziose perché costituiscono la base per la costruzione di un modello maggiormente efficace, capace di soddisfare le esigenze di tutti gli attori coinvolti: le imprese che offrono soluzioni di SCF e quelle che le utilizzano». Elementi di grande utilità, considerati i numeri. Nel 2024 il mercato del credito di filiera si attesterà su un potenziale di 563-575 miliardi di euro. Questo dato non solo riflette la crescente necessità di soluzioni di finanziamento flessibili ma vuole sottolineare il bisogno urgente di strumenti innovativi per navigare un contesto economico complesso all’interno del quale appena il 25% del monte crediti commerciali risulta servito attraverso soluzioni tradizionali o nuove. Serve quindi un modello efficace, tanto più alla luce di quel 75% non gestito. Le varie opportunità offerte dalla SCF possono giocare un ruolo ancora più centrale, a patto che si risolvano alcune criticità. «Le imprese spesso non sono a conoscenza delle opportunità offerte dal SCF o trovano ostacoli nell’accesso a tali soluzioni. Questo workshop, accompagnato da un’intensa e proficua attività di studi e di stimolo della comunità – conclude Spano – intende proprio agire in tale direzione e colmare il deficit attuale per dare all’SCF la centralità che merita e che può acquisire».