Microcredito: argine contro desertificazione bancaria e fragilità

Avatar Giovanni Runchina

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Lo strumento è sempre più diffuso, ma sono ancora molte le criticità. La nostra sintesi del rapporto “Inclusione finanziaria e microcredito. Per un nuovo dialogo con i territori”.

La chiusura di sportelli e filiali, soprattutto nelle aree interne e del Mezzogiorno, con ripercussioni drammatiche sulle fasce della popolazione maggiormente fragili. Quello della desertificazione bancaria è uno tra i fenomeni maggiormente preoccupanti fotografato dall’ultimo rapporto sull’inclusione finanziaria curato da Gruppo Banca Etica, c.borgomeo&co. e la Rete Italiana di Microfinanza e Inclusione Finanziaria, intitolato “Inclusione finanziaria e microcredito. Per un nuovo dialogo con i territori” (qui il link alla pagina per scaricare abstract o ricerca integrale).

Stando al dossier, presentato di recente a Roma nella sede dell’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa, oltre 4,4 milioni di italiani vivono in comuni completamente privi di servizi bancari fisici. Un dato che, unito alla difficoltà di accesso al credito, contribuisce ad aumentare le disuguaglianze economiche e sociali nel Paese dove, sempre secondo i numeri forniti dallo studio, sono oltre 600 mila le famiglie – pari a 1,3 milioni di persone – prove di conto bancario o postale. Per la maggior parte si tratta di nuclei con reddito inferiore ai 17 mila euro annui e localizzati soprattutto nel sud e nelle isole (72% dei casi). La difficoltà di ottenere finanziamenti penalizza non solo le famiglie, ma anche le piccole e medie imprese, spesso prive del supporto necessario per svilupparsi.

Progressivo smantellamento delle reti bancarie fisiche, sopratutto nei piccoli centri abitati perlopiù da anziani e con alta concentrazione di nuclei familiari a basso reddito, ridisegnano di fatto la geografia dell’accesso al credito creando una polarizzazione tra zone più ricche e più povere con queste ultime private sempre più di strumenti essenziali. Desertificazione che, ovviamente, incide anche sul tessuto produttivo, considerato che questo stato di cose negativo si riverbera pure sulle imprese dislocate nelle zone maggiormente interessate da questo impoverimento. La fragilità come condizione strutturale di determinate porzioni del nostro Paese.

In questo quadro così articolato, tuttavia, il microcredito si sta dimostrando opportunità concreta per colmare il divario, considerato che agisce con particolare efficacia nei contesti in affanno appena menzionati. A differenza dei prestiti bancari, non richiede garanzie reali ed è spesso accompagnato da servizi di formazione e consulenza e si mostra indicato per sostenere microimprese (che rappresentano oltre il 90% del tessuto produttivo nazionale), lavoratori autonomi e famiglia in difficoltà economica.

Nel 2023 in Italia sono stati concessi 17.785 prestiti, per un totale di 298 milioni di euro. L’importo medio è stato di 26.018 euro per il microcredito produttivo e 4.971 euro per quello sociale. La durata massima arriva fino a 10 anni per il microcredito imprenditoriale e 5 anni per il sociale.

Risultati positivi che possono ulteriormente migliorare se accompagnati da un mutamento delle caratteristiche di fondo del sistema.

Il primo ambito di intervento – sottolinea il rapporto – è dato da una massiccia opera di educazione finanziaria delle persone cui vanno consegnati strumenti più efficaci. Una seconda area di azione riguarda proprio il microcredito in senso stretto. Le recenti novità hanno esteso la durata dei prestiti ma mantenuto parametri rigidi in relazione al numero di dipendenti delle potenziali imprese beneficiarie, escludendo così alcune categorie di artigiani e di PMI. Urgente infine una maggiore attenzione al microcredito sociale, trascurato dall’ultima riforma. Se implementate, queste misure potrebbero rafforzare il ruolo del microcredito come strumento chiave per promuovere un’economia più equa e sostenibile, contribuendo a ridurre il divario finanziario tra Nord e Sud e a garantire maggiore inclusione finanziaria per tutti.

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