“Paghiamoci” accresce l’indice di liquidità aziendale

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La gestione ottimale dei crediti commerciali, il miglioramento del flusso di cassa e la possibilità di creare politiche di credito personalizzate sono tra gli aspetti qualificanti della piattaforma che permettono di potenziare tale indicatore.

L’indice di liquidità di un’impresa fa riferimento non semplicemente ai mezzi liquidi a disposizione in cassa o in banca, ma all’equilibrio della sua situazione finanziaria complessiva. Questa condizione si raggiunge nel momento in cui l’azienda è in grado di far fronte tempestivamente alle uscite di cassa con i mezzi liquidi disponibili e con le entrate future derivanti dai ricavi di vendita e da altre fonti.

Per calcolare l’indice di liquidità si usano i dati dello stato patrimoniale riclassificato. Per valutarla, il modo più semplice consiste nell’utilizzare i dati del bilancio d’esercizio, ed in particolare dello stato patrimoniale, riclassificato. Questa è la formula:

Indice di liquidità= (liquidità immediata+liquidità differita)/debiti a breve termine

Al numeratore compare la somma delle liquidità immediate, più le liquidità differite da riscuotere entro l’esercizio successivo a quello del bilancio. Tali valori sono evidenziati nell’attivo dello stato patrimoniale.

Al denominatore si trovano le passività correnti, ovvero i debiti da estinguere nel breve termine, cioè entro l’anno successivo alla data del bilancio, come da passivo dello stato patrimoniale.

Per giudicare correttamente la liquidità di un’azienda, tuttavia è necessario:

  • fare riferimento ad un arco di tempo futuro;
  • considerare un lasso di tempo breve, cioè un periodo annuale o inferiore all’anno;
  • tener presente che il giudizio di liquidità potrebbe cambiare a distanza di poco tempo;

L’indice di liquidità va quindi inteso come una misura parziale del rapporto tra:

  • le entrate di cassa future, relative ad un arco di tempo breve, più la liquidità già esistente alla data di bilancio;
  • le uscite di cassa previste per il medesimo periodo.

In prima battuta, se la liquidità già disponibile più quella ottenibile con l’incasso dei crediti in giacenza riesce a coprire le uscite collegabili ai debiti in essere a fine anno, significa che la situazione di liquidità è equilibrata (indice ≥ 1).

In caso contrario (indice < 1) la situazione di liquidità è sfavorevole.

Tuttavia, l’indice in oggetto, va contestualizzato perché, ad esempio, non tiene conto dei fidi bancari (e/o d’altro tipo) di cui l’impresa può avvalersi in relazione al grado di fiducia di cui gode. Pertanto un’azienda con un indice di liquidità inferiore a 1 potrebbe avere una situazione finanziaria più favorevole di quella di un’altra attività, con un quoziente pari o superiore a 1, ma percepita dai finanziatori come poco equilibrata nel suo profilo economico-finanziario complessivo.

Come si può migliorare l’indice di liquidità dell’azienda?

  • efficacia ed efficienza della gestione operativa;
  • gestione del capitale circolante netto;

Si tratta di azioni i cui risultati difficilmente si manifestano nel breve periodo, perché, per fare un esempio di miglioramento apparentemente semplice, gestire efficientemente i crediti commerciali significa incassarli prima, ma ciò significa scelte ed investimenti di credit management di non immediata attuazione.

Perciò il controllo della liquidità deve avvenire:

  • in via continuativa, ad intervalli brevi;
  • con una visione di sistema, insieme al controllo dell’equilibrio economico e di quello patrimoniale della gestione;
  • con un approccio che guarda al futuro;

In che modo Paghiamoci migliora l’indice di liquidità aziendale?

“Paghiamoci” con il suo set di strumenti ampio e le sue soluzioni dedicate: consente gestione efficiente dei crediti commerciali, permette l’implementazione di politiche di credito personalizzate e migliora il flusso di cassa. Aspetti che contribuiscono a migliorare l’indice di liquidità aziendale. Nello specifico:

  1. Riduzione dei tempi di incasso attraverso l’impiego di algoritmi che ottimizzano i flussi di pagamento e di incasso riducendo il DSO per le fatture. Cambiamento che si traduce in un incremento della liquidità disponibile;
  2. Dynamic Discount personalizzabile che propone sconti a fronte di pagamenti anticipati delle fatture, incrementando il flusso di cassa e permettendo vantaggi finanziari immediati. Fattori che irrobustiscono l’indice di liquidità;
  3. Network Finance che sblocca cicli e catene di pagamenti che si auto sostengono senza il bisogno di ricorrere a liquidità esterna, semplicemente tagliando drasticamente i tempi di incassi e pagamenti tra le aziende all’interno della rete. In tal modo non solo si riduce il rischio legato al credito ma si migliorano DSO e DPO. Inoltre con la gestione ottimizzata del capitale circolante (cash flow) l’azienda è in grado di migliorare la liquidità in quanto raggiunge un equilibrio tra crediti, debiti e magazzino.
  4. Sblocco della liquidità intrappolata dovuta alla maggiore velocità con cui si pagano le fatture con conseguente incremento del volume complessivo dei pagamenti. Un effetto a effetto a catena che riguarda l’intero network.
  5. Monitoraggio e analisi dei dati grazie a metriche costantemente aggiornate che aiutano ad assumere decisioni ponderate e mirate dal punto di vista finanziario. In tal modo si può facilmente ottenere una gestione più efficiente delle risorse e si migliora anche la liquidità.
  6. Riduzione del rischio di insolvenza con gestione dei crediti efficiente, in conseguenza di politiche di credito personalizzate, e stabilizzazione dei flussi di cassa. Elementi che generano maggiore solidità finanziaria con conseguente rafforzamento dell’indice di liquidità
  1. Rafforzamento del rapporto con i clienti in virtù di politiche di gestione del credito ad hoc che incentivano puntualità nei pagamenti, fidelizzazione e nascita di relazioni a lungo termine

In conclusione, la gestione attenta e personalizzata dei crediti commerciali – tra gli aspetti qualificanti di “Paghiamoci” – non solo riduce i tempi di incasso e il rischio di insolvenza, ma ottimizza anche il flusso di cassa e il capitale circolante, contribuendo così a migliorare l’indice di liquidità dell’impresa.

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