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Tag: DSO

  • Crisi di liquidità: cos’è e come prevenirla

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    Crisi di liquidità: cos’è e come prevenirla

    “Paghiamoci” con il suo approccio innovativo e l’ampio ventaglio di soluzioni tecnologiche è un argine solido ed efficiente che permette di mettersi al riparo da questo problema capace di creare conseguenze catastrofiche. La crisi di liquidità è una condizione di estrema vulnerabilità per un’azienda perché ne certifica l’incapacità di onorare i propri debiti nei modi e nei tempi stabiliti. Questo si verifica perché l’impresa non ha un flusso di cassa (cash flow) sufficiente a far fronte al pagamento, ad esempio, di: collaboratori, fornitori, imposte, debiti con le banche, spese per l’acquisto di merci e di materiali necessari all’operatività quotidiana. Tale stato interessa molto spesso le PMI che, a differenza delle realtà più grandi e strutturate, incontrano maggiori difficoltà nel far fronte a imprevisti o a situazioni avverse. In sintesi, essa si rivela quando, sopravvenute le cause appena citate, il cash flow o flusso di cassa aziendale è caratterizzato da un andamento negativo; pertanto le uscite (spese) sono maggiori delle entrate (incassi). Un mancato o tardivo intervento può condurre a conseguenze irreparabili come il fallimento dell’attività. Ma quali sono le cause più frequenti che scatenano la crisi di liquidità? In linea generale, la crisi di liquidità è assai probabile che si verifichi se manca un sistema di controllo, gestione e pianificazione del cash flow. Infatti un’organizzazione in tale senso costituisce strumento essenziale per monitorare la situazione economico-finanziaria e per intervenire in caso di anomalie. L’assenza impedisce di individuare e arginare le criticità che possono presentarsi singolarmente o simultaneamente. Tra queste: I campanelli d’allarme da tenere sotto controllo L’organizzazione e la prevenzione sono pertanto gli alleati migliori per scongiurare la crisi di liquidità. Dotarsi di strumenti e di strategie adeguate è di rilevanza vitale anche per attribuire la giusta importanza a segnali molto spesso sottovalutati come: difficoltà sistematica a pagare imposte, contributi, fornitori, finanziamenti; difficoltà a affrontare investimenti che servono per crescita e consolidamento del business; mancata pianificazione finanziaria. Quali strumenti bisogna usare per affrontare al meglio i problemi di liquidità? La crisi di liquidità deve essere innanzitutto evitata, ma qualora dovesse presentarsi richiede risposte pronte che variano in base alle circostanze e alla situazione specifica di ciascuna azienda: In che modo “Paghiamoci” aiuta le imprese ad affrontare il problema della crisi di liquidità? Come già ribadito, la crisi di liquidità è una condizione di estrema pericolosità che mette a rischio la sopravvivenza dell’impresa e che va scongiurata attraverso organizzazione e prevenzione. “Paghiamoci” agisce proprio in questa direzione attraverso diversi meccanismi tra cui la Network Finance e il Dynamic Discounting. Questi strumenti consentono alle aziende di gestire in modo più efficace il capitale circolante, migliorando il flusso di cassa e riducendo il rischio di crisi di liquidità. La prevenzione grazie a “Paghiamoci” diventa una prassi, patrimonio consolidato di ciascun aderente. Il primo alleato, di grande importanza, e che costituisce la vera novità nell’ambito della SCF (Supply Chain Finance) è dato dalla Network Finance, un approccio innovativo alla gestione dei crediti commerciali, che considera ogni azienda come un nodo all’interno di una rete e ogni credito come un collegamento (arco) che unisce debitore e creditore. Questa visione permette a “Paghiamoci” di sviluppare soluzioni inedite per superare le problematiche legate al credito e alla gestione del rischio. Ricorrendo a una serie di algoritmi proprietari, basati sull’intelligenza artificiale, la Network Finance funziona come una sorta di navigatore per i flussi finanziari, calcolando il percorso più efficace attraverso la rete per massimizzare gli incassi e i pagamenti tra le imprese iscritte. Il processo aiuta a liberare la liquidità intrappolata nella rete, riducendo i tempi di incasso e di pagamento, rafforzando i legami fiduciari all’interno del network e migliorando il ciclo cash to cash delle aziende. Gestire le fatture con la Network Finance è semplice e vantaggioso: non ci sono barriere di ingresso o requisiti di rating. L’unica richiesta è invitare clienti e fornitori a unirsi alla rete, per renderla più forte e aumentare le possibilità di incasso per tutti. Questo strumento è ideale per gestire al meglio i flussi di cassa, abbreviare i tempi di pagamento, ridurre l’esposizione bancaria e migliorare il rating creditizio dell’azienda. Inoltre, la Network Finance di “Paghiamoci” è una soluzione unica nel suo genere. Grazie ad essa le imprese possono orientare i flussi di pagamento in modo da liberare la liquidità, migliorando così la loro situazione finanziaria senza dover ricorrere a prestiti o altre forme di finanziamento esterno. Un secondo alleato è il Dynamic Discount che permette ai fornitori di offrire sconti dinamici ai loro clienti in cambio di pagamenti anticipati. Questo si traduce in liquidità, abbassando il DSO, e al contempo offre ai clienti la possibilità di risparmiare sui costi delle merci acquistate. In tal modo entrambe le parti beneficiano di una migliore gestione della liquidità. Oltre a ciò, “Paghiamoci” per via della sua configurazione e in ragione degli strumenti che propone a livello di gestione ordinaria risulta estremamente utile poiché consente di elaborare strategie specifiche. Che si tratti di incassare prima per essere più puntuali nei pagamenti con i fornitori o di mettere a frutto la liquidità in eccesso, la rete contempera ogni bisogno, contribuendo a prevenire crisi di liquidità. La rete “Paghiamoci” porge pertanto alle aziende aderenti una pluralità di strumenti e strategie per migliorare la gestione del capitale circolante, prevenire crisi di liquidità e promuovere una crescita sostenibile.

  • Il DSO: il tempo medio d’incasso dei crediti

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    Il DSO: il tempo medio d’incasso dei crediti

    Come calcolare questo indicatore, quali sono i suoi effetti sull’azienda e quali buone pratiche adottare per migliorarlo grazie a “Paghiamoci”. Quanto tempo impiega un’azienda a trasformare i propri crediti commerciali in denaro contante? Per rispondere a questa domanda – cruciale per comprendere l’efficienza dell’impresa e la qualità del suo flusso di cassa – bisogna calcolare il DSO, acronimo di (Days Sales Outstanding), cioè il tempo medio d’incasso. Con questo parametro si rileva il numero di giorni che passano dall’emissione di una fattura all’incasso. Come si calcola il DSO? Il DSO può essere calcolato in vari modi. La formula più semplice per ottenere un dato di massima prevede che i crediti commerciali al netto dell’IVA siano divisi per il fatturato. Il valore che si ottiene va poi moltiplicato per i giorni annui (365). A titolo di esempio se un’azienda ha fatturato in un anno 1.000.000 euro e al 31 dicembre ha in bilancio crediti al netto dell’IVA per 300.000 euro il suo DSO sarà il seguente: DSO = (300.000/ 1.000.000) x 365 giorni = 109 Ciò significa che l’azienda in questione impiega in media 109 giorni per trasformare un credito in denaro. In genere, quando si esamina il flusso di cassa di una determinata società, è sempre utile tenere traccia del suo DSO nel tempo per valutarne le fluttuazioni. Per costituire un buon riferimento, il DSO infatti deve essere analizzato tenendo conto di vari aspetti: Che cosa significa avere un DSO alto? Se un’azienda ha un DSO elevato significa che impiega troppo tempo per ottenere quanto dovuto dai clienti. Se l’andamento è comunque in rialzo significa che si sta perdendo il controllo del processo di fatturazione, dell’incasso e del recupero dei crediti. Questo ha un effetto negativo sulla liquidità e quindi sul flusso di cassa ma anche sulle relazioni con il cliente. Che cosa significa avere un DSO basso? Se un’azienda ha un DSO basso vuol dire che sta raccogliendo i crediti in modo efficiente e che può contare su un buon flusso di denaro contante, imprescindibile per far fronte alle necessità dell’attività. Ma come si può migliorare il DSO? Il DSO è un parametro migliorabile. Ecco alcuni fronti su cui agire: Ma in che modo “Paghiamoci” migliora il DSO di un’ azienda? Il network “Paghiamoci” offre un innovativo sistema di smobilizzo dei crediti commerciali che consente di incassare prima le fatture impagate, trasformando la liquidità bloccata in una risorsa preziosa senza ricorrere a prestiti. Questo grazie al lavoro di una serie di algoritmi proprietari, alimentati dall’intelligenza artificiale, che calcolano il percorso più efficace dentro il network di imprese per massimizzare gli incassi e i pagamenti tra gli iscritti. Una sorta di navigatore che orienta i flussi di pagamento liberando la liquidità intrappolata nella rete. Questo è un primo grande strumento di miglioramento del DSO. Ma il set a disposizione è ancora più ricco e comprende un servizio per monitorare e gestire in modo centralizzato i propri crediti caricando e visualizzando fatture, tenendo traccia dei pagamenti e automatizzando i processi di recupero e i solleciti. La piattaforma si integra con il sistema ERP (Enterprise Resource Planning), ovvero il software che gestisce tutti i processi e le funzioni aziendali, e il cassetto fiscale dell’azienda, permettendo l’accesso diretto ai dati finanziari e ai flussi di pagamento. Infine, “Paghiamoci” offre anche il servizio di Dynamic Discount, che dà l’opportunità alle aziende di beneficiare di sconti e di incentivi per i pagamenti anticipati delle fatture. Tutti strumenti che permettono di incidere sui fronti che risultano essere importanti per il miglioramento del DSO aziendale.

  • Il credit scoring

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    Il credit scoring

    Banche e intermediari finanziari lo usano per valutare se concedere un finanziamento e a quali condizioni. Di seguito spieghiamo il suo rilievo per un’azienda e come l’adesione al network “Paghiamoci” contribuisce in modo sostanziale al suo miglioramento. Il credit scoring è un sistema automatizzato usato dalle banche e dagli intermediari finanziari per valutare le richieste di finanziamento della clientela: aziende o privati. Tale metodologia si basa sull’uso di modelli statistici che aiutano a valutare il rischio di credito, espresso sotto forma di punteggio, un indice numerico utile per capire quanto sia alta o meno l’eventualità di non ottenere la restituzione del denaro prestato. Una sorta di di “profilo” di rischio, di affidabilità e puntualità nei pagamenti. Più è alto e maggiore sarà l’affidabilità. Il credit scoring combina una serie di informazioni diverse tra loro che riguardano l’azienda o il privato con quelle relative alle caratteristiche del finanziamento da erogare e al bene da finanziarie. È importante sottolineare che ogni istituto finanziario ha il proprio metodo di credit scoring, quindi i fattori utilizzati e la scala di valutazione possono differire da una banca all’altra. Inoltre, la sua accuratezza dipende dalla qualità e dalla completezza dei dati forniti dal richiedente. Ma come si usa il credit scoring? Quando gli istituti di credito e gli intermediari finanziari ricevono una richiesta di finanziamento, procedono preliminarmente ad acquisire elementi riguardanti il cliente. Questi possono venire da banche dati pubbliche o private e riguardano principalmente due aspetti: affidabilità ed eventuali morosità. A questi si aggiungono informazioni riguardanti la situazione economica dell’azienda o della persona, utili per realizzare un profilo che, in base a statistiche, suggerisce se quel determinato cliente è un candidato ideale per ricevere il prestito. Quali elementi si prendono in considerazione per valutare il credit scoring di un’azienda? Le agenzie di valutazione del credito raccolgono informazioni sulle aziende e le utilizzano per valutare il loro rischio di credito e generare un punteggio conseguente. Tale indicatore può essere usato dalle banche, dalle società di leasing e da altri istituti finanziari per decidere se concedere un prestito o una linea di credito a una data impresa, e a quale tasso di interesse. Il credit scoring per le aziende è più complesso rispetto a quello per gli individui, poiché ci sono molte variabili; tra queste: a-storia creditizia: cioè i pagamenti passati e la gestione del debito. b-reddito e flusso di cassa: per valutare la capacità dell’azienda di ripagare i propri debiti. c-dimensioni e struttura dell’azienda: in genere, le grandi sono considerate meno rischiose rispetto alle piccole in quanto hanno maggiori risorse finanziarie a disposizione per far fronte ai propri impegni. d-settore di appartenenza: le imprese operanti in comparti altamente competitivi e soggetti a forti fluttuazioni di mercato possono essere considerate più rischiose. e-garanzie e attività collaterali: le realtà produttive che hanno attività collaterali o garanzie di valore sono considerate meno rischiose rispetto a quelle che ne sono sprovviste. Questi e altri parametri sono presi n considerazione dall’algoritmo per elaborare il punteggio di credito conseguente e quindi la rischiosità più o meno elevata del credito da erogare. Quali sono le conseguenze di un credit scoring basso per un’azienda? Un credit scoring basso per un’azienda può avere diverse conseguenze negative, tra cui: a-Difficoltà ad ottenere finanziamenti, prestiti e linee di credito da banche e altri istituti finanziari.Le richieste potrebbero essere respinte o potrebbe essere necessario accettare condizioni meno favorevoli, ad esempio tassi di interesse più elevati o periodi di rimborso più brevi. b-Limitazioni nell’ottenere contratti con fornitori, clienti e partner commerciali. Sarebbe difficile convincere i potenziali partner della propria affidabilità finanziaria e ciò potrebbe influire sulla fiducia che essi hanno nell’azienda. c-Ostacoli nell’ottenere licenze e permessi da parte di alcune autorità statali o locali, limitando le attività dell’impresa. d-Difficoltà nell’ottenere assicurazioni perché le compagnie assicurative potrebbero ritenere che l’impresa rappresenti un rischio troppo elevato. e-Perdita di credibilità perché un credit scoring basso può influenzare negativamente l’immagine di un’azienda e la sua reputazione tra clienti, fornitori e investitori con riflessi negativi sulla capacità di attirare nuovi clienti, collaborazioni e investimenti. Quali sono le conseguenze di un credit scoring alto per un’azienda? Un credit scoring alto ha diversi effetti positivi per un’azienda, tra cui: a-Facilità nell’ottenere finanziamenti, prestiti e linee di credito da banche e altri istituti finanziari che potrebbero essere accettati anche a condizioni più favorevoli, ad esempio tassi di interesse più bassi o periodi di rimborso più lunghi. b–Maggiori possibilità nell’ottenere contratti con fornitori, clienti e partner commerciali per via di una buona reputazione. c- Semplicitànell’avere licenze e permessi richiesti dalle autorità locali o statali. d–Più agevolazioni nella stipula di assicurazioni perché le compagnie assicurative potrebbero ritenere che l’azienda rappresenti un rischio minore rispetto ad altre con un rating di credito più basso. e-Aumento della credibilità tra clienti, fornitori e investitori con una maggiore capacità di attirare collaborazioni e investimenti. Ma un’azienda come può migliorare il proprio credit scoring? Ci sono diverse azioni che un’azienda può intraprendere per migliorare il proprio credit scoring: a-Pagare i debiti in modo tempestivo. Uno dei modi più efficaci per migliorare il credit scoring dell’azienda è quello di pagare i debiti in modo tempestivo. Se l’azienda ha difficoltà a far fronte ai propri impegni finanziari, può essere utile negoziare un piano di ristrutturazione del debito con i propri creditori b-Mantenere un buon flusso di cassa. L’azienda in questo caso avrebbe avere un’adeguata liquidità per sostenere le proprie spese correnti ed eventuali imprevisti. c-Avere un equilibrio tra debiti e attività. Se l’impresa ha un elevato livello di debiti rispetto alle proprie attività, questo potrebbe indicare una maggiore vulnerabilità finanziaria. Conservare un equilibrio sano tra queste due componenti migliora il credit scoring. d-Mantenere una buona relazione con i propri creditori. Ciò significa essere trasparenti e comunicare in modo chiaro e tempestivo eventuali problemi finanziari, in modo da trovare soluzioni condivise. e-Diversificare le fonti di finanziamento per ridurre il rischio complessivo derivante dalla decisione di affidarsi a un solo fornitore o a un unico tipo di finanziamento. In che modo “Paghiamoci” agisce sul credit scoring aziendale?